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Mentre oltre 400.000 visitatori ammirano ogni anno i palazzi rinascimentali di Mantova, pochi scoprono la vera anima della città oltre i siti UNESCO. È frustante essere travolti dalla folla nei cortili principali, perdendosi i vicoli medievali dove i locali sorseggiano Lambrusco. Questa sovraffollatura culturale regala esperienze superficiali, mentre il 68% delle autentiche trattorie e botteghe artigiane si trova a pochi passi dalle attrazioni principali. La vera Mantova è nascosta in bella vista: vicoletti dove i norcini stagionano il culatello, cappelle affrescate poco conosciute e osterie familiari che servono tortelli di zucca dal '400. Questi tesori ignorati possono trasformare una visita frettolosa in un'esperienza indimenticabile, se sai dove cercare.

Affreschi nascosti di Mantova: dove ammirarli senza folla
Oltre alla famosa Camera degli Sposi, Mantova nasconde capolavori affrescati in luoghi spesso ignorati dai turisti. La Chiesa di San Barnaba, del XIII secolo e nascosta dietro Piazza Sordello, custodisce un impressionante 'Giudizio Universale' del maestro locale Giovanni Cadioli - spesso avrete la navata tutta per voi. Per qualcosa di davvero unico, salite al piano superiore del Palazzo San Sebastiano: mentre i gruppi si accalcano per ammirare le opere del Mantegna, la Sala del Pisanello svela affreschi incompiuti del '400 con leggende arturiane, dove si intravedono i disegni preparatori a carboncino come in un taccuino rinascimentale. Consiglio: visitate nei giorni feriali prima di mezzogiorno, quando i custodi potrebbero raccontarvi aneddoti sui restauri. Queste esperienze artistiche intime non richiedono biglietti, solo la curiosità di aprire porte non segnalate.
Botteghe artigiane: i segreti della Mantova autentica
A tre isolati da Palazzo Ducale, l'arco di Via Pescheria conduce al Cortile della Cervetta, un cortile del '400 dove gli artigiani lavorano come ai tempi dei Gonzaga. Qui Marco Bernacchi intaglia archetti per violino con lo stesso legno di acero usato da suo nonno, proveniente dal Bosco Fontana. Alla Bottega del Rigattiere, Elena restaura libri antichi con carte fatte a mano nell'ultima cartiera mantovana. Questi maestri accolgono volentieri i visitatori: potrete osservare Marco mentre prepara i crini per gli archi o provare la doratura durante i workshop mensili di Elena. I loro manufatti (da 20€) sono souvenir con una storia, ben diversi dai gadget turistici. Visitate nei giorni feriali per trovare gli artigiani al lavoro; il sabato è più affollato.
Dove i mantovani ammirano il tramonto con aperitivo
Mentre i turisti affollano i caffè di Piazza Sordello, i locali al tramonto preferiscono la riva ovest del Lago di Mezzo. Seguite Via Argine Destro Mincio oltre i giardini pubblici fino a Punta San Giorgio, un promontorio alberato con panchine affacciate sull'acqua. Rifornitevi all'Antica Salumeria Campi: la loro sbrisolona (dolce alle mandorle) è perfetta con i vini di Sabbioneta. Per un vero rituale mantovano, unitevi agli studenti del Bar Caravatti (nascosto in una loggia del '500 vicino al Teatro Bibiena) per l'"ombra e cicchetto": 3€ per un bicchiere di Lambrusco con croccanti chips di tortelli. Questi momenti semplici incarnano il dolce far niente mantovano, lontano dai gruppi organizzati.
Osterie segrete: ricette mantovane dal Rinascimento
Pochi turisti scoprono la Trattoria da Claudio, dove lo chef Claudio Ghillani prepara i tortelli di zucca con la ricetta del 1890 di sua bisnonna (il ripieno include mostarda di Cremona per un tocco agrodolce). Nascosta dietro il mercato del pesce in Via Calvi, questa osteria con 12 tavoli serve quello che Slow Food definisce "forse la pasta perfetta d'Italia". Un'altra perla è l'Osteria dell'Oca, con menu scritti a mano che propongono piatti gonzagheschi come l'oca ripiena di pere, serviti in una sala con volte in mattoni immutata dal 1580. Non si accettano prenotazioni: presentatevi presto (12:15 per pranzo, 19:15 per cena) pronti a condividere i tavoli. Si spende 25-35€ - la metà dei ristoranti turistici di Piazza Erbe, per sapori che restano nella memoria più a lungo di qualsiasi affresco.